Non solo Serena

18.07.2018

Il ritorno alle competizioni ad altissimo livello, coronato dalla finale a Wimbledon, di Serena Williams ha prodotto una certa sensazione, visto che il rientro è avvenuto a pochi mesi dalla maternità, peraltro seguita da complicanze -a sentire la stessa Williams- assai gravi. La vicenda di Serenona, condita da polemiche sulla correttezza o meno di assicurare alle neomamme un ranking protetto come alle infortunate, oppure una testa di serie in virtù dei precedenti, come accaduto appunto a Wimbledon, ha dunque riportato alla ribalta il tema della maternità nello sport, e soprattutto della gestione del ritorno alle competizioni delle giocatrici. Ed è un bene che se ne parli, anche se spiace che ci sia voluto il caso della ex Numero Uno al mondo per sollevare la questione.

Infatti Serena non è certo la prima mamma a tornare in campo dopo il lieto evento. Il caso, relativamente recente, più simile, è forse quello di Kim Clijsters, che però interruppe la sua carriera molto molto più giovane per mettere al mondo la sua prima piccola, salvo poi ritornare a giocare, e con grandissimi risultati, addirittura superiori alla fase della carriera precedente la maternità. Le somiglianze con Serena si riferiscono al fatto che parliamo di Numeri Uno, vincitrici Slam, e di rientri nel complesso vincenti, anche se la Williams si è "limitata" a raggiungere la finale, mentre la belga andò a vincerla. Tuttavia le analogie non sono poi così numerose, soprattutto se si considera la diversa parabola delle carriere delle due giocatrici, nonché il momento scelto (o a quanto pare NON scelto, nel caso di Serena) per fermarsi.

In realtà ogni vicenda ha le sue specificità e sarebbe sbagliato fare di ogni erba un fascio. Certo è che, quanto meno, i dirigenti della WTA e dell'ITF il problema di regolamentare tali situazioni dovrebbero porselo. E non certo perché è capitato alla Numero Uno di rimanere incinta. Anche perché non tutte le Numero Uno sono state trattate alla stessa maniera. Faceva sommessamente notare Victoria Azarenka che a lei nessuno si è sognato di garantire una testa di serie o altre agevolazioni al suo rientro in campo, reso difficoltoso peraltro non tanto e non solo dalla maternità in sé quanto dalla battaglia legale per l'affidamento del suo piccolo Leo, contesole dal padre ed ex fidanzato, in una vicenda che l'ha tenuta fuori dal circuito per molto più tempo di quanto lei avrebbe voluto e potuto fare. Il ritorno ad alto livello della bielorussa appare peraltro tuttora problematico, sia per via di una serenità che probabilmente ancora non riesce a recuperare sia per via di ricorrenti problemi fisici, magari non gravi, ma tali da impedirle la necessaria continuità. Ma con Vika si parla ancora in un certo senso, di una "privilegiata", cioè di una atleta di grande notorietà e notevoli mezzi...

Quante altre storie di mamme assai meno note potrebbe regalarci la WTA! Una è stata sfiorata dalla stampa giusto a Wimbledon, ed è quella di Evgenija Rodina, ma sempre perché ha incrociato le sorti di Serena. Il quarto turno dei Championship è stato appunto uno scontro tra mamme, benché la maternità della Russa risalga già a cinque anni fa; lei stessa ha raccontato quanto sia stato difficile tornare nel circuito, con i ritmi di vita e le priorità del tutto mutate, dopo aver dato alla luce la piccola Anna. Ma di Rodina, al suo miglior risultato ai Championship proprio in questa edizione, e della sua storia probabilmente nessuno si sarebbe accorto se non avesse sfidato Serena...

Il silenzio mediatico è quello che sta incontrando, per esempio, Vera Zvonareva, che da un anno circa tenta il ritorno in attività dopo il matrimonio e la maternità. Di lei, che pure è stata Numero Due al mondo e finalista Slam, non mi pare si sia parlato granché, sebbene un passo alla volta, tra mille difficoltà, stia ricostruendo la sua classifica. Ai Championship Vera ha superato i tre turni di qualificazione, e chissà, forse sarebbe potuta tornare a vincere anche un match in uno Slam, se non avesse trovato subito sulla sua strada la futura trionfatrice, Angelique Kerber. Questa settimana di nuovo è riuscita a qualificarsi per il torneo di Bucarest, dove ha anche passato il primo turno. E ancora dall'altro piccolo torneo della settimana, nella svizzera Gstaad, giunge la notizia di una vittoria per un'altra recentissima neomamma, la lussemburghese Mandy Minella, che ha dato alla luce la sua primogenita appena nove mesi fa.

Come si vede, le storie sono tante, non tantissime ma di certo non irrilevanti, e sono quasi tutte storie di difficoltà e di piccoli passi. Forse a queste ragazze dà o dovrebbe dare coraggio non il caso della SuperSerena, quanto quello di giocatrici assai più "normali", che però proprio dopo esser diventate mamme hanno raggiunto il loro traguardo più alto. Come Tatjana Maria, che non aveva mai vinto nulla, e ci é riuscita proprio la settimana prima di Wimbledon, mentre a Church Road si faceva tutto quel cancan sulla testa di serie a Serena, a sollevare un trofeo WTA: la tedesca ha ottenuto a Marbella il suo primo titolo. Da trentenne. E da mamma. Senza testa di serie...

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