La scuola d'Atene

19.05.2019

La Scuola d'Atene, come si sa, è il celeberrimo dipinto di Raffaello conservato in Vaticano, che raffigura Platone ed Aristotele. Cosa c'entra su queste pagine e con quei due bei giovani ritratti lassù? In realtà, quasi nulla: se non il fatto che i ragazzi ritratti sono entrambi ateniesi di origine. E, in un certo senso, si sono formati alla stessa scuola: la scuola del tennis. L'hanno vissuto e respirato in famiglia sin dall'infanzia, Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari, le cui rispettive madri sono state tenniste professioniste e si conoscono da anni. Ma il ruolo di Stef e Maria sarà forse proprio quello di dare alla Grecia ciò che non ha mai avuto: creare le basi di un movimento, fondare - in un certo senso - una scuola.

Per il momento la loro notorietà in patria è ancora limitata: essendo stata da poco in Grecia, posso confermare di non aver visto campeggiare in giro pubblicità o manifesti che li ritraggano. Ma la sensazione è che possa esser questione di tempo: proprio perché il tennis non è sport diffuso e tradizionalmente sentito, ci vorrà probabilmente un risultato veramente pesante affinché la popolarità di questi ragazzi esploda. Ma, quando ciò avverrà, l'onda d'urto potrebbe essere importante: la Grecia ha attraversato anni davvero difficili, e ancora non ne è uscita. Ritrovarsi attorno a dei campioni, tornare a nutrire l'orgoglio delle proprie origini, alzare la testa insomma grazie ad un risultato sportivo, a volte può essere d'aiuto.

Anche perché questi ragazzi sembrano davvero legati al loro paese d'origine, seppure abbiano dovuto percorrere molta strada fuori da esso per provare ad affermarsi. Disse una volta Stefanos che avrebbe potuto andarsene in Inghilterra da giovanissimo e costruirsi la sua carriera da lì; eppure non volle, pur sapendo che da Atene sarebbe stato tutto più complicato, per via delle difficoltà economiche del suo paese e della carenza di strutture. Ora che il peggio è passato, nessuno dei due si dimentica da dove è venuto e anzi sono prodighi di aiuti per i ragazzi che stanno provando a seguire le loro orme.

Stefanos e Maria, poi, sono giovani, belli e ultimamente molto sorridenti. Nella settimana che sta terminando, a Roma, si sono fatti notare ed apprezzare dal pubblico della Capitale, sia in campo sia fuori. Hanno conseguito lo stesso importante risultato: la semifinale. Per Stef, che pure ha un paio di anni in meno di Maria, ma un curriculum già importante, questo risultato ha significato anche il raggiungimento del numero 6 al mondo, frutto di una semifinale conquistata nel primo Slam dell'anno, una finale nel Mille di Madrid, un titolo vinto ad Estoril. Risultati di tutto prestigio, che confermano i segnali mandati già nell'annata precedente in cui collezionò la finale di Barcellona e dell'Open del Canada, nonché due titoli in eventi minori. E tutto questo, senza citare la carriera junior, ambito nel quale vanta un titolo di un certo quale peso: niente meno che Wimbledon! I suoi mezzi tecnici e fisici, il suo curriculum fin qui, ma soprattutto la vittoria contro Roger Federer agli ultimi Australian Open, hanno già fatto profetizzare per lui un futuro da campionissimo. Con i pronostici a lungo termine forse è bene andare cauti, ma l'impressione di aver davanti uno che si farà notare è nettissima. Anche perché il ragazzo ha carisma, ha personalità, ha ambizione... ed è indubbiamente e indiscutibilmente dotato di una buona dose di fascino che, nella moderna società dell'immagine, non è dettaglio trascurabile. 

Se Stefanos non è mai apparso prima su queste pagine, di Maria parlai in termini non troppo lusinghieri un anno fa, giusto durante il torneo romano, per un fatto che la vide coprotagonista a fianco di Karolina Pliskova (https://storieditennis.webnode.it/l/ahi-maria/); il pubblico del Foro però sembra aver archiviato quell'episodio, di fronte alla tenacia e alla grinta della piccola ma tostissima ateniese. Un fisico scolpito, una straordinaria mobilità, una buona dose di combattività sono le doti che hanno attratto l'attenzione su di lei, che pure, sciolta la tensione del match, sa essere sorridentissima e quasi tenera, molto disponibile con fans e stampa. D'altra parte, con un nome come il suo (Sakkari in greco vuol dire zucchero!), non può che contenere una certa dose di dolcezza. Maria ha vinto poco fa il suo primo titolo WTA a Rabat, realizzando con ciò un successo che a sua madre era sempre sfuggito e, grazie alla semifinale di Roma, è entrata tra le prime trenta al mondo, con tutte le intenzioni di non fermarsi lì. Il suo prossimo obiettivo potrebbe essere quello di superare il best ranking della più forte tennista greca della storia, Eleni Danilidou, che fu numero 14 qualche anno fa.

Quello di eguagliare un connazionale, invece, è un traguardo già ampiamente raggiunto da Stefanos, visto che non c'erano mai stati greci maschi tra i primi cento. In ogni caso, una coppia di atleti giovani potenzialmente così forte non si è mai vista non solo in Grecia, ma nemmeno in tanti altri paesi! Poi, qualcuno dice che tra loro due vi sia anche del tenero, ma di questo per ora non ci è dato sapere. Sicuramente si supportano molto a vicenda e hanno l'aria di voler lasciare un segno. In modo che forse, in un giorno lontano, si possa pensare anche alla loro carriera come la fonte di ispirazione di una nuova "scuola d'Atene".


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