Immensamente Julia?

"Ma questo è dedicato a te / alla tua lucente armonia / sei immensamente Giulia!" cantavano qualche anno fa Le Vibrazioni. Non so perchè, ma questi versi mi risuonano in mente ogni qualvolta sento il nome di Julia Goerges. Che poi non si chiama neanche Giulia, ma appunto J-ulia pronunciato con la I, come si fa normalmente in tedesco. Eppure non c'è niente da fare: la memoria mi scatta automatica. E sempre più spesso ho in testa questa canzone, ora che Julia Goerges è tornata prepotentemente alla ribalta del tennis che conta.
Sicchè
sono andata a cercarne il testo intero... E mi sono resa
conto che la canzone inizia così: "Sai... / certe volte accade che / ci sia bisogno
di andar via / e lasciare tutto al fato, / Fare come un equilibrista, /
che sul mondo / sfida il crollo delle sue capacità..."
E
allora ho pensato che forse forse anche queste parole hanno qualcosa a
che fare con la tennista tedesca. Che, è vero, non se n'è mai
propriamente andata, ma per quasi sei è anni è stata quasi evanescente,
poco più di un fantasma: una che ha conosciuto perfettamente "il crollo
delle sue capacità". Che magari dominava la sua avversaria e poi tutt'a
un tratto si spegneva, e finiva per gettar via partite già vinte, oppure
al contrario si metteva a giocare quand'era ormai troppo tardi e non
riusciva a riacchiapparla più. Mi ricordo un ottovolante del genere, per esempio, due stagioni fa a Roma nelle qualificazioni faticosamente superate e poi al primo turno contro Lesia Tsurenko... Non riuscivi mai a capire cos'avrebbe combinato: quando era in confusione totale ed eri pronto a scommettere sulla sua disfatta, eccola risvegliarsi dal torpore e riprendere a lottare; poi, quando sembrava averla rimessa in carreggiata e sul punto di farla girare, rimanevi comunque in attesa di scoprire il momento in cui il giocattolo si sarebbe rotto. E puntualmente si rompeva.
Questa era Julia Goerges fino ancora a pochi mesi fa. Lei che aveva chiuso il 2012 al 18° posto del ranking mondiale, dopo aver conquistato l'anno precedente il suo titolo più importante nel prestigioso Premier di Stoccarda e sembrava la tedesca più lanciata verso una carriera di successo, con un best ranking di numero 14, si era completamente smarrita. Classifiche intorno al numero 70 non rendevano giustizia alle sue qualità, al suo tennis potente e talora letale: il suo fisico statuario sembrava del tutto scollegato dalla testa, fragile e insicura come quella di un'esordiente. Troppe aspettative su di lei da parte di un tennis tedesco che ancora andava cercando una regina dai tempi della Graf? Troppe attenzioni arrivate tutte insieme? La convinzione di avercela fatta quando in realtà la salita alla montagna era appena cominciata? Chi lo sa cosa turbava la dolce Giulia-Julia... D'altra parte, la sua storia non è certo così eccezionale: quante sono quelle che si sono perse proprio sul più bello?
Ma ora la ragazza di Norimberga è arrivata a 29 anni e, dopo averne passate tante, è diventata forse finalmente una donna e una tennista matura. Si sa che vincere aiuta a vincere: il suo caso ne sembra la dimostrazione più esplicita. Perchè, da quando è ripartita, non si è fermata più: tre tornei di fila tra fine 2017 ed inziio 2018 , ed una striscia positiva che si allunga, si allunga e si allunga, con tanto di scalpi eccellenti: per citare solo l'ultimo, Caroline Wozniacki nella finale di Auckland.
Dopo aver passato una vita sportiva a non vincere più nulla, il 2017 è diventato dunque l'anno del suo riscatto. Attraverso una risalita lenta, graduale e costante, che proprio per questo appare solida ed incoraggiante: non sono mancati gli stop, eppure Julia non se n'è più fatta abbattere, ma ha riabbassato la testa e si è rimessa al lavoro. Era venuto un segnale di risveglio già nel primo torneo dell'anno, concluso con una semifinale, che forse la ha riacceso la luce; quindi una raffica di finali, tutte perdute, a Mallorca, a Bucarest, a Washington; infine la serie vincente: nella finale di Mosca travolge la padrona di casa Kasaktina e, al momento della consegna del trofeo, non trattiene le lacrime, questa volta di gioia e di commozione, dopo tutte quelle ingoiate per la frustrazione; al "Masterino" di Zuhai non lascia nemmeno un set e chiude la stagione WTA alzando un'altra coppa; di Auckland s'è già detto. Fanno 14 vittorie una in fila all'altra... Più titoli in due mesi che in tutta la carriera precedente!
Inizio di una nuova storia? Sarà davvero - o potrà diventare - "immensamente Julia"? L'Australian Open forse ci dirà qualcosa di più.