Il peso del numero 1 (parte II)
Parte seconda: Angie, Karo, Garbine (?) e ... Simona
Se nel vertice del tennis maschile si sono registrati due cambiamenti
negli ultimi dodici mesi, nella classifica WTA l'incertezza regna ancor
più sovrana. Non solo perchè i passaggi di consegne sono stati più
numerosi, ma anche perchè i nomi coinvolti sono stati di più, e in un
certo senso meno altisonanti, sorprendenti in qualce caso. Insomma, è
vero che fino a qualche tempo fa non molti si aspettavano Murray numero 1
e forse meno ancora immaginavano un ritorno di Nadal, però parliamo di
gente che negli ultimi dieci anni, bene o male, c'è sempre stata. Invece
nella WTA succede di tutto, e non è solo perchè il circuito è orfano
della sua regina Serena e di coloro che, almeno a tratti, le avevano
conteso o temporaneamente sottratto lo scettro.
Insomma, sembra che questo numero 1 nessuno voglia prenderselo o tenerselo a lungo, come se pesasse troppo.
Ha cominciato Angelique Kerber: lei sì che se l'è preso sul campo, con Serena ancora presente, per quanto non in pienissimo servizio, e alzi la mano chi l'avrebbe mai detto, anche dopo l'Australian Open 2016. Sulle ali dell'entusiasmo per quel trionfo iaspettato, Angie ha disputato una stagione pazzesca, con tre finali Slam (e due titoli), e pure la Finale olimpica, e mettiamoci anche quella del Masters. E non saranno stati tutti proprio contenti, o convinti delle sue doti, ma a me non dispiaceva affatto l'idea che una ragazza meno dotata di altre ma con una tale capacità di lottare, e correre, su ogni punto, alla fine ricevesse un riconoscimento così grande: Numero 1 al mondo. Wow!
Solo che Angie non ci era abituata. E il suo regno non poteva durare. Aveva consumato troppe energie per potersi ripetere. Si è spremuta come un limone e lo si è capito subito, dopo pochissime settimane dall'inizio della stagione. Si diceva che il numero 1 fosse troppo per lei, che non lo potesse reggere... Purtroppo è stato così: l'ha schiacciata. E paradossalemnte le ha fatto perdere proprio quella caparbietà con cui inseguiva ogni palla. Qui a US Open si è proprio visto che non ne aveva più, e da parecchi mesi, ormai. E' uscita di scena quasi in sordina, senza che nessuno si stupisse più di tanto, come se il Numero 1 appartenesse ad un passato remoto.
Invece era solo da Wimbledon, che la corona era passata sul capo di Karolina Pliskova. Che pure aveva fatto di tutto per non ereditarla, facendosi eliminare quasi subito dal torneo che poteva consacrarla. E l'ha tenuta fino all'ultimo Slam della stagione, tra mille perplessità degli addetti ai lavori e dei tifosi. Perchè era una regina senza Slam (non la prima, peraltro, e probabilmente non l'ultima) e perchè nel frattempo non ha vinto poi molto, quanto meno nessun titolo "pesante". E' parso quasi, appunto, che non avesse tutta 'sta voglia di tenersela, quella prima posizione! Ottenuta perdendo, e conservata ancora perdendo. Magari era solo con la testa distratta dal matrimonio in arrivo... E' pur sempre una ragazza giovane, e presumibilmente innamorata. D'altra parte, cosa passa nella testa e nel cuore di Karolina, è del tutto indecifrabile, con quell'aria da sfinge che ha in campo. Una maschera, parrebbe di poter dire ora, sotto cui nascondere un'insicurezza di fondo.
Perchè
arrivava allo US Open con la possibilità di fare il botto, per la prima
volta in cima al seeding, finalista uscente e appunto un circuito un
po' instabile, diciamo così... E ha giocato francamente maluccio quasi
tutto il torneo, facendo mostra di soffrire il peso del pronostico. Ora,
finalmente si direbbe, se n'è liberata, perchè la palla tocca ad altre e
forse tornerà ad esser lei, quella che comunque di vittorie ne ha
accumulate tante in stagione, se alla fine è arrivata lassù in cima.
E ora vedremo Garbine, che sarà numero 1 da lunedì, e fino a Wimbledon ha vissuto una stagione orribile, con il fondo toccato a Parigi, e il Roland Garros vissuto con una tensione tremenda per il peso di dover riconfermare il titolo di un anno prima. Uscita prematuramente, Garbine è precipitata in classifica fuori dalle prime dieci. Ed è magicamente risorta, con il trionfo sui sacri prati di Church Road e il titolo importante di Cincinnati. In quella partita in cui, se avesse perso, avrebbe consentito di accedere alla vetta a Simona Halep: che ci è arrivata vicina, vicinissima più volte, che poteva riuscirci ancora in questo US Open, e invece si è vista ricacciata indietro: lei, il peso del Numero 1, non l'ha ancora sentito: ha sentito quello di sfiorarlo e di perderlo... E forse, anzi certamente, fa ancora più male