Meglio tardi che mai

Nove a zero. O, se preferite, diciotto a zero. E' lo score, piuttosto inquietante, degli ultimi match, ovvero degli ultimi set, giocati da Kristina Mladenovic. Dove lo zero indica il numero delle sue vittorie.
Ho già dedicato alcune righe alla sua parabola di quest'annata, che non intendo ripercorrere. Mi limito a riportare la sequenza della sua discesa ad Inferos, perchè è impressionante. Per il livello delle avversarie davanti alle quali si è arresa, non certo improponibile per una numero 15 al mondo, e per i punteggi, quasi tutti nettissimi, quando non umilianti.
International Washington, 2^ turno: Andreescu d. Mladenovic 6-2 6-3
Premier 5 Toronto, 1^ turno: Strycova d. Mladenovic 6-2 6-3
Premier 5 Cincinnati, 1^ turno : Gavrilova d. Mladenovic 6-0 7-6
Premier New Haven, 1^ turno
: Babos d. Mladenovic 7-5 7-5
US Open, 1^ turno : Niculescu d. Mladenovic 6-3 6-2
International Tokyo, 1^ turno : Fett d. Mladenovic 6-4 6-3
Premier Tokyo, 1^ turno : Wang d. Mladenovic 6-0 6-0
Premier 5 Wuhan, 1^ turno : Siniakova d. Mladenovic 6-3 6-2
Premier Mandatory Pechino, 1^ turno : Duan d. Mladenovic 7-5 6-4
Dopo Tokyo ho buttato lì qualche mia valutazione, forse incompleta, sicuramente superficiale. Se torno sull'argomento, è perchè dopo il doppio 6-0 beccato dalla Wang pensavo davvero avesse toccato il fondo. E che quindi avesse capito di dover fare qualcosa. Invece ce ne sono volute altre due, di sberlone. Pensare che dopo il match con la Siniakova aveva pure dichiarato di esser fiduciosa, di aver visto dei miglioramenti. Ma ora finalmente sembra essersi resa conto: continuare così non ha nessun senso.
Qualche ora fa, Kiki ha comunicato che, per ora, la sua stagione si ferma qui.
Lei
spiega che tutto il suo calvario è cominciato a Wimbledon, con un
infortunio non grave, che però le ha spezzato il ritmo, le ha fatto
perdere la condizione fisica e tecnica, l'ha allontanata dal suo tennis.
E improvvisamente non ci ha capito più niente, aggiungerei io. Perchè
non è facile, quando hai avuto mesi di gloria, in cui tutto o quasi ti
riusciva facile, riannodare un filo spezzato, ricominciare un passo per
volta.
Per lei, poi, è stato particolarmente complicato perchè ha tentato di ritrovarsi nel modo più sbagliato: giocando, giocando e ancora giocando. Perchè sarà vero quel che si dice, che vincere aiuta a vincere. Ma altrettanto vero è anche il contrario: perdere "aiuta" a perdere. Distrugge la fiducia, insinua tarli profondi, trasmette paura, insicurezza, tensione. E vincere diventa un miraggio. Sicchè anche le avversarie più abbordabili, come quelle post US Open, per esempio, diventano improvvisamente delle castigamatti.
Stupisce che abbia dovuto scendere così giù, per capire che, se non
stava bene, non avrebbe potuto recuperare tramite la via che aveva
scelto. Forse è stata anche mal consigliata, o poco ascoltata. I clan
tutti familiari come il suo sono protettivi, consolanti, ma a volte
rischiano di essere anche asfittici e poco lungimiranti.
Si spera che abbia il coraggio di togliere il "per ora" dai suoi progetti di sosta e rinviare il suo ritorno in campo al prossimo anno. Ok, dovrebbe rinunciare al Masterino di Zuhai, quello per le tenniste che non si qualificano al Master "vero" ma vengono subito dopo in classifica. Ma non sarebbe una perdita così grave: nè per lei, che - se in condizione - può aspirare a traguardi più ambiziosi, nè per il torneo, che - se la vedesse in campo come si è presentata nelle ultime occasioni - avrebbe solo un "bye" ambulante in più.
Sì, dico in più, perchè il sospetto che ci si arrivi tutte piuttosto cotte, all'ultimo evento dell'anno, compreso quello maggiore di Singapore, è piuttosto fondato. Si vedano gli esiti delle più forti a Wuhan... e anche le vincitrici degli ultimi Master! Non certo chi ha tirato la carretta per tutto l'anno, ma solo delle "sopravvissute"!
E qui si dovrebbe aprire un altro capitolo, sul calendario troppo pieno e troppo lungo, di cui solo pochi giorni fa si è lamentata, per esempio, Aga Radwanska. Ma questa è, appunto, una storia nuova... e quindi la rinviamo ad un'altra occasione.
Per adesso, solo i migliori auguri a Kiki: la rivogliamo combattente ed agguerrita, a far girare le scatole a mezza WTA con la sua lingua tagliente e le sue vittorie da fighter.