Bentornata, Timea!

Australian Open: tempo di ritorni in campo prestigiosi. Novak Djokovic e Stan Wawrinka su tutti. Non particolarmente fortunati, nessuno dei due, a dire il vero, ma entrambi sono stati salutati con salve di "bentornato!". Ora l'uno è già di nuovo fermo e l'altro sembra ancora lontanissimo da una condizione accettabile, ma tant'è...
Finito lo Slam, altra settimana di ritorni. Questa volta in campo femminile. Teatro, il WTA Premier di San Pietroburgo. Per citare solo qualche esempio: torna a giocare - e vincere! - un match nel tabellone principale la nostra Roberta Vinci, parsa a suo agio nel torneo che le ha regalato la coppa più prestigiosa della sua carriera di singolarista. Torna, e si spinge ancor più avanti nel torneo, la rediviva Vera Zvonareva, un passato ormai remoto da numero due del mondo ed un'assenza assai lunga dal tennis giocato (la sua è una storia da "storieditennis". Ma sarà per un'altra volta!). Torna a vincere tre partite di seguito Kiki Mladenovic, che interrompe finalmente la sua striscia nerissima e lo fa addirittura raggiungendo la finale. Torna infine anche Petra Kvitova, non a giocare, ma a vincere titoli: non le capitava dal luglio 2017.
Tutti questi ritorni sono stati più o meno celebrati o, quanto meno, ricordati. Ma ce n'è un altro che non ha ricevuto altrettanta risonanza, probabilmente perchè non coronato da un uguale successo, eppure merita di esser menzionato, perchè ha per protagonista una delle tenniste con la storia personale più interessante degli ultimi decenni: parliamo del rientro in campo di Timea Bacsinszky.
Timea non giocava un match ufficiale dal terzo turno dello scorso torneo di Wimbledon, quando fu eliminata da Aga Radwanska. Poco dopo si dovette fermare per un infortunio alla mano destra. Per risolvere il quale, a settembre, finì sotto i ferri. Poi, riposo forzato e riabilitazione. Occorrono parecchie settimane prima di poter riprendere in mano la racchetta. Nel frattempo, Timea si consola dai propri guai con una decisione bella ed importante, che a dicembre annuncia anche tramite i canali social: fidanzamento ufficiale e matrimonio alle viste.
Per quanto possiamo esser felici che la sua vita privata sembri indirizzarsi così positivamente, noi però vogliamo rivederla in campo. Ma per diverse settimane aleggiano diversi punti interrogativi sul quando e il come ciò possa avvenire. L'Australian Open s'avvicina senza che la Bacs dia segni di poterli disputare. Ed in effetti arriva infine la rinuncia.
Il rientro però non è lontano. San Pietroburgo le apre le porte. E le offre un primo turno con la giovanissima russa Rybakina. Timea soccombe, ma poco conta, per il momento. L'importante è aver fatto il primo passo. Perchè una con la storia di Timea non si spaventa per così poco: chi la segue da un po' conosce la sua vicenda di bambina prodigio vessata da un padre padrone, i suoi molti infortuni e le sue crisi profonde, la sua carriera praticamente interrotta per dedicarsi alla scuola alberghiera e improvvisamente ricominciata quasi per caso in seguito ad una mail del Roland Garros che le ricordava come avesse titolo a partecipare alle qualificazioni... Era il 2013, allora, e fu così che ricominciò la seconda vita tennistica di Timea. Quella che dura tuttora e che, pur con alti e bassi, l'ha portata a vincere 4 titoli WTA, a raggiungere la semifinale al Roland Garros (e dove, altrimenti?), ad entrare in Top Ten, con un Best Ranking di numero 9.
Ma Timea Bacsinszky si merita tutto questo e molto altro di più. Perchè è una ragazza vera, non una di quelle robottine fatte con lo stampino che tanto spopolano ora nel circuito WTA, non una valchiria da copertine patinate,
ma una "normale" - per quanto si possa definire tale una giocatrice precocissima come è stata lei - e soprattutto intelligente, spiritosa, divertente e molto molto piacevole da ascoltare. E anche da veder giocare, per chi non ama il power tennis muscolare di tante sue colleghe, più atlete e "corridrici" che artiste della racchetta.
Timea riparte serena e sorridente da San Pietroburgo, perchè può tornare a guardare con speranza e fiducia alla propria carriera. E, per averne conferma, si getti un'occhiata al tabellone di doppio di quello stesso torneo. Anzi, all'albo d'oro. E si leggerà che l'edizione 2018 è andata alla coppia Bacsinszky-Zvonareva: ensemble nato qui per l'occasione, in apparenza piuttosto per caso, eppure coronato dal successo. Un piccolo successo, e va bene, ma che sorride a due persone che, prima che grandi tenniste, sono anche donne a tutto tondo: due che hanno fatto e stanno facendo di tutto, dopo aver vissuto vite diverse, per tornare nel tennis che conta. Auguri a tutt'e due. E bentornate, di cuore. Ma oggi, specialmente, a Timea: ci sei mancata. Per fortuna, sei di nuovo tra noi. Brava!